lunedì 11 maggio 2015

Cap. TRE in cui le rogne trovano... rogne!

"Non seppellirete un necromante con la nostra brava gente... noi ve lo impediremo!"

E se tra gli avventurieri scorre un brivido di anticipazione alla lotta, Kendra, povera fanciulla innocente, sembra proprio non capire cosa stia succedendo.

"Cosa state dicendo? E' mio padre... lo conoscevate tutti." Si volta accalorata verso la donna che l'aveva accompagnata fino lì per avere il suo sostegno. "Abigail, cosa succede? Diglielo anche tu che è mio padre che stiamo seppellendo e che lui non era un necromante!"

Il gruppo di paesani si avvicina minaccioso, Abigail suggerisce ai portatori di appoggiare la bara e si rivolge al gruppetto che sbarra la strada.

"Le vostre parole non vi fanno onore. Petrus Lorimmor è stato un dedito consigliere della città e non ha mai negato il suo aiuto alla comunità."

I villici non sembrano per niente colpiti e si fanno ancora avanti. Hayat sente Leo sussurrare di sfuggita alla sua guardia del corpo: "Non uccidere nessuno, per favore."

Hayat sorride tra sé preparandosi a qualunque cosa stia per succedere. Peccato che succeda quello che lui teme di più: Tanit si fa avanti noncurante delle roncole impugnate, dei rastrelli agitati, dei forconi in bella vita ed esclama con la sua solita aria innocente.

"Vi sbagliate, non può essere un necromante! Se non lo so io..." sottolineando la sua affermazione con l'agitarsi delle fronde per una brezza fantasma.

Questo intervento non corporeo non aiuta a calmare gli animi che sembrano, anzi, più esagitati. Quello che sembra il capo e il portavoce del gruppo affronta Kendra di petto e le sibila: "Brutta strega esci da nostro cimitero!" prima di assestarle un colpo che la fa crollare a terra priva di sensi.

Abigail reagisce immediatamente all'aggressione e sfodera la spada con intenti decisamente bellicosi. Hayat, agendo di puro istinto, si avvicina a Tanit per proteggerla e calmare gli animi, sperando, nel contempo, di non dover tirare fuori le sue preparazioni alchemiche per sedare quello che potrebbe essere solo il più grande fraintendimento della storia di questo villaggetto.

Abigail sembra avere un modo tutto suo di redimere le controversie a colpi di spada e il contadino ferito molla immediatamente l'arma prima di farsi davvero male. Gli altri però non sembrano aver appreso la lezione e un altro abitante del villaggio viene abbattuto da un pugno ben assestato dal ragazzino che sembrava tanto gracilino, ma con quella armatura addosso si sa far rispettare.

A questo punto, quando sembra che la prossima mossa sarà quella di darsela di santa ragione, Hayat vede Tanit raccogliersi un momento in preghiera e poi una voce ultraterrena sembra tuonare dal cielo:
"Questo è un affronto ai miei luoghi, lasciate questo luogo a me sacro e permettete le funzioni del trapasso!"

Questo getta i cittadini in un timore reverenziale e scatena un fuggi fuggi generale. Solo un attaccabrighe, meno impressionabile degli altri, resta saldo nella sua giusta riprovazione e attacca Leo. A quel punto, in uno svolazzare di sottane e d’indignazione, si presenta il sacerdote della comunità che fa allontanare i facinorosi e gli spettatori facendo così ritornare l'ordine.

Il gruppo controlla la situazione e, se gli altri possono aver notato le condizioni mentali del capo dei villici indignati, Hayat ha intercettato lo sguardo di Leo che si attarda sulle grazie di Tanit e per un momento vede solo fuoco e fiamme.
Quando si riprende sente il padre spirituale tentare di giustificare l'attacco: "Non fate caso a questa gente, sono ignoranti. Sono cresciuti con le leggende sui fantasmi della prigione e qualunque cosa esca dall'ordinario li destabilizza."

Il gruppo si astiene dal commentare e, una volta presa di nuovo la bara, si avvia verso la fossa dove si trovano i notabili del villaggio che hanno preferito non immischiarsi e non schierarsi. Hayat si sente ribollire per l'indignazione per la codardia e la pusillanimità altrui, ma poi Tanit lo richiama alla solennità del momento. "In questo momento di passaggio" esordisce l'oracolo "vorrei ricordare la bontà del caro Petrus, la capacità di accogliere chiunque e coglierne i lati migliori. Non dimenticherò mai quello che ha fatto per me e mio padre."

 Leo prende poi la parola leggendo il discorso preparato dal padre; decisamente è un linguaggio che i notabili capiscono e apprezzano di più e le reazioni sono molto positive. La chierica aggiunge il suo pensiero manifestando più emotività di quanto Hayat potesse riconoscerle: "Oggi abbiamo perso un protettore e una guida."

La cerimonia si conclude senza altri incidenti e, dopo le condoglianze di rito, la piccola folla si disperde lasciando il gruppo alle prese con la questione del testamento.

Kendra guida il gruppo verso la propria casa dove sarà aperto il testamento. Durante la passeggiata che fa loro attraversare il borgo, Hayat e Ren, la guardia del corpo del ragazzino, si rendono conto che le bambine che stanno saltando la corda canticchiano una filastrocca che fa gelare il sangue nelle vene. Riescono a cogliere solo qualche parola come tagliata ormai la testa, spacca cranio...  e quando chiedono alle bambine di ripetere la filastrocca queste li guardano terrorizzate e scappano via come passerotti dopo uno sparo.

Hayat archivia l'episodio nel cassetto delle stranezze, che, da quando è arrivata quella lettera, sta riempiendosi velocemente, e segue il gruppo fino alla casa di Kendra.

Quello che li accoglie è un tipico cottage che si trova ovunque in quella zona, una casa a più piani, con i mattoni a vista e l'edera rampicante a incorniciare le pareti. Tutto dà l'impressione di dignità e accoglienza e Hayat pensa che, tranne la mancanza di un laboratorio alchemico sul retro e delle macchie di colore un po'ambigue frutto di esperimenti fantasiosi, potrebbe essere senza problemi la casa di Samar e Tanit.

Una volta entrati in casa il ragazzino fa evaporare la sua armatura che scompare in uno sbuffo aggraziato di nebbia traslucida. Anche l'interno manifesta accoglienza, nonostante la situazione dolente, e Kendra si dà subito da fare per dare il benvenuto ai suoi numerosi ospiti. Nel frattempo arriva anche Vasian, il notaio del paese, che manifesta la sua disapprovazione con un'occhiata gelida per tutti questi estranei in faccende che dovrebbero rimanere private.

Una volta che tutti si sono sistemati la chierica intercetta uno sguardo perplesso di Kendra che si affretta a spiegare che, di tutto il gruppo di amici del padre, manca una persona e non sa spiegarsi il perché.
Il notaio prende atto ma decide di iniziare la lettura del testamento come se volesse sbrigarsi e uscire il più velocemente possibile da quella casa.
Nel silenzio carico di attesa Hayat si avvicina di più a Tanit perché in tutta questa storia fa fatica a non stare sempre all'erta. Non fa in tempo ad accostarsi che un libro cade alle spalle dell'oracolo calamitando tutti gli sguardi su di lei che si scusa con un lieve cenno del capo. Non appena sembra tornare la calma e il notaio tira fuori il contenitore con le ultime volontà, una porta sbatte al piano superiore. Tanit questa volta si sorprende e assicura che non è colpa sua e tutti possono vedere come Kendra, il notabile e il sacerdote si guardano attorno come se non fosse la prima volta che assistono a questo tipo di fenomeni inspiegabili.

Con una scrollata di spalle ben poco elegante, il notaio liquida l'evento e dà lettura al testamento. La sostanza è che Petrus lascia la casa a sua figlia e assegna una somma a ognuno dei suoi amici, o a coloro che li rappresentano, con il vincolo di prestare assistenza per un mese a Kendra e consegnare i libri presi in prestito ai rispettivi proprietari.

Una volta accettata l'eredità e confermato il supporto alla ragazza, il gruppo viene benedetto frettolosamente dal sacerdote e il notaio se ne va in fretta borbottando riguardo un altro impegno improrogabile.

A quel punto Tanit offre il suo aiuto per qualsiasi bisogno possa avere la povera Kendra.

"Penso seriamente alla possibilità di vendere questa casa e trovarmi un posticino più tranquillo... la mia famiglia non ha più grande seguito in questo paese." sospira la ragazza.

"Credo che se è tuo destino lasciare questa casa i segni appariranno..." concorda Tanit e poi, rivolgendosi alla chierica, si presenta: "Non abbiamo avuto occasione di presentarci prima. Io sono Tanit e sono un Oracolo. Visto il tuo medaglione posso ipotizzare una tua appartenenza a Serenrae?"

"Io sono Abigail e, come ben hai notato, sono una chierica di Serenrae. Credo che tuo padre frequentasse il mio... sei la figlia di Samar, vero?"

Tanit asserisce con un elegante cenno del capo a cui Abigail risponde con un minuscolo sorriso.  Forse non è così terribile, pensa Hayat in un moto di generosità nei confronti della chierica.

Ren, nel frattempo, si è avvicinato a Kendra e, con l'aplomb di un gentiluomo di altri tempi, le chiede.

"Signorina, dov'è la sua servitù? E' sola in questa casa?"

Domande che provocano una discreta costernazione e imbarazzo nella ragazza che deve ammettere a malincuore di occuparsi da sola della casa.

Hayat pensa che quel tipaccio doveva avere un'idea particolare degli approcci galanti.

Kendra, per sfuggire all'imbarazzo, scorta il gruppo nella camera da letto di suo padre in cui sono racchiusi tutti i suoi libri e i suoi studi. Le candele si spengono ogni volta che Tanit ci passa davanti e l'oracolo si scusa a nome dei suoi spiriti. Fa comunque un certo effetto spettrale questo vacillare e spegnersi di lumi via via che il gruppo avanza nella casa.

Una volta arrivati nella stanza, Kendra trae da sotto il letto un baule con una serie di tomi dall'aria antica e sapiente e un libro meno consumato con la più classica delle indicazioni: LEGGIMI ORA.

E', senza alcun dubbio, il diario di Petrus. Forse la lettura dei suoi appunti potrebbe fare luce in qualche modo sulla sua morte.

Mentre Leo e Ren sfogliano il diario, Hayat dà un'occhiata agli altri libri. Sono trattati di varia natura e ogni libro è etichettato con il nome del professore a cui appartiene. Quindi restituire al proprietario il dovuto non sarà impossibile.

Kendra liscia con accuratezza le pieghe del letto di suo padre prendendosi un momento solo per sé e Hayat, che non prova tutto questo affetto per i propri genitori, sente una piccola punta di commozione guardandola rendersi conto di essere completamente sola.
Prima però che possa farsi avanti per offrire il suo supporto, Kendra raddrizza le spalle, prende fiato e racconta gli ultimi giorni di suo padre.


"Petrus, mio padre, negli ultimi tempi era estremamente preoccupato. Aveva persino cominciato a nascondere il suo diario. Passava tutte le notti fuori a fare misurazioni e studi. Finché una mattina non tornato a casa e l'hanno trovato con la testa fracassata accanto ad un muro del manicomio bruciato." fa un piccolo sospiro dolente e poi continua. "Non so quanto ne sappiate della brutta storia della prigione. Una cinquantina di anni fa il manicomio criminale andò a fuoco e il direttore si immolò perché i pazzi criminali non scappassero. Morì lui assieme alla moglie ad alcune guardie. Da allora si racconta di presenze misteriose attorno alle rovine."