domenica 2 agosto 2015

Cap. QUATTRO in cui la zuppa riserva delle sorprese

Dopo aver ascoltato i lugubri racconti del manicomio criminale, l'atmosfera è sempre più cupa.

Anche a tavola, mentre la padrona di casa serve la zuppa di cipolle che ha preparato, il silenzio è rotto solo dai sussurri di urbana cortesia e dal gocciolio costante delle candele. Hayat non alza la testa dal piatto se non per sbirciare Tanit che gli sorride di rimando mentre le sue posate si spostano dispettosamente di qualche centimetro a destra e a sinistra, sfuggendole dalle dita. L'alchimista non sa come la sua compagna non abbia ancora perso completamente il senno o, almeno, la pazienza... sempre assediata dagli spiriti.
E' così assorto dalla contemplazione di Tanit dall'accorgersi solo in ritardo che l'atmosfera a tavola è cambiata, ma è abbastanza rapido dal salvare la sua cena quando un'elfa in abiti succinti appare dentro la zuppiera e la sua arpa si materializza sulla panca tra Leo e Ren, che si voltano  a guardare lo strumento musicale.
Per essere più precisi, Ren dà una veloce occhiata all'arpa e poi mette immediatamente mano alle armi, mentre Leo indulge ancora un po' nel prendere le misure dell'elfa, che in verità ha un'aria alquanto disapprovante.
"Buonasera..." sussurra Kendra con tono esitante.
"Oh, buonasera a voi, graziosa compagnia." risponde l'elfa con tono spigliato mentre allunga una mano per farsi aiutare a uscire dalla zuppiera. Leo accorre in suo soccorso mentre la nuova venuta interroga il gruppo. "Qual è l'emergenza?"
Quando tutti si guardano perplessi, lei si spiega.
"Scusate, io sono Mariel e sono devota a Gotzre. La mia divinità mi ha fatto il dono - un po' dispettoso, se non suonasse irriverente - di apparire dove c'è bisogno."
Kendra si prodiga per la nuova arrivata mentre Mariel guarda la tavolata in cerca di risposte, come se lei - e non loro - si fosse trovata un ospite inatteso a cena.
"Quindi, siete tutti qui per...?"
"Per un funerale." risponde secca Abigail.
"Uh, un funerale? E cosa ci faccio qui per un funerale con tutto quello che ho da fare?"
L'elfa non sembra cogliere il guizzo di dolore negli occhi di Kendra e di rabbia repressa in quelli di Abigail. La padrona di casa però sembra riprendersi subito e le offre una ciotola di zuppa assicurandole che non c'è carne... cosa che sembra addolorare il ninja.

Una volta finita la cena qualcuno propone di riunirsi nello studio di Petros per cercare di capire meglio cosa sta succedendo. L'atmosfera è molto cupa nella casa. Il silenzio pesa su tutti e gli spiriti di Tanit aleggiano inquieti, spegnendo le candele e spostando di qualche centimetro ogni oggetto che l'oracolo - o chiunque altro - provi a prendere.
Leo e Ren confabulano un po' dopo aver letto il diario del padre di Kendra e poi condividono le loro scoperte.
"Dal diario di tuo padre," esordisce Leo rivolgendosi con un cenno a Kendra, "si può dedurre che il problema è molto più esteso di quanto pensassimo. E' abbastanza chiaro che tuo padre non è morto a causa di un incidente ma è stato fermato prima che scoprisse troppo. Qui," continua, agitando veemente il diario, "c'è chiaramente scritto che aveva scoperto le mire di un gruppo di necromanti chiamato la Via Sussurrante sul manicomio criminale, più precisamente su qualcuno che è stato internato al tempo dell'incendio."
La notizia non sembra cogliere di sorpresa il gruppo perché ormai era chiaro a tutti che in quel paesino aleggia qualcosa di terribile.

Non starò a dire che io lo sapevo, sospira fra sé e sé Hayat.

Leo, ormai imbaldanzito dall'attenzione generale, continua sicuro: "Scrive che al tempio di Pharasma possiamo trovare l'elenco di chi era imprigionato, per aiutarci a capire cosa vuole la Via Sussurrante."

"Per quanto confidi nelle nostre capacità, non abbiamo i mezzi per affrontare una setta di necromanti e tutti i non morti che possono aver risvegliato!" esclama Hayat esasperato dal tono pericolosamente sicuro di sé di Leo.

"Il nostro caro professore ha pensato anche a questo e ha lasciato scritto che sotto una cripta al cimitero c'è quel che serve per sconfiggere i fantasmi della prigione."

Su questa nota ottimista ad Hayat non resta che sospirare prevedendo sventura, molta sventura.

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La sensazione che lo sveglia è il calore, un intenso e asfissiante calore. Questo lo mette subito in allarme perché lui è un ifrit, il suo popolo è fatto di fuoco. Se lui ha caldo, Tanit deve stare soffocando!
Con questo pensiero in testa spalanca gli occhi e quel che vede gli fa scuotere il capo, confuso. Un lucore arancione, baluginante, proviene dalla finestra. La finestra stessa ha assunto sembianze da incubo: è diventata minuscola e dotata di sbarre. Immediatamente Hayat si alza dal pagliericcio su cui si è svegliato e si rende conto di essere in un'angusta cella di prigione.
Fuori si sentono delle urla e il calore sembra essere sempre più intenso e soffocante.
La porta è sbarrata e l'alchimista si sente in trappola. Quando si avvicina ad una parete per capire da dove vengano i richiami una scritta insanguinata appare sul muro di fronte a lui, gelandogli il sangue nelle vene.

Hayat

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"Hayat, svegliati! Per l'amor di Pharasma, svegliati!"
La voce di Tanit sembra riscuoterlo dall'incubo in cui era caduto e lo fa rizzare seduto sul letto che divide con la sua compagna.
"Tanit, sei viva? Stai bene... dov'è l'incendio?" esclama febbrilmente mentre tocca la ragazza per assicurarsi che sia tutto a posto.
"Va tutto bene, mio cuore, non c'è nessun incendio. Calmati!" 
Le urla nel frattempo hanno attirato tutti gli abitanti della casa che si affacciano alla porta della loro camera. Hayat torna totalmente in sé quando si rende conto che Tanit è a malapena coperta dal lenzuolo e Leo ha tutto l'agio di contemplare le sue grazie.

"Qui è tutto a posto! Forza, non è successo niente!" li rassicura in modo burbero cercando nel contempo di coprire la visuale del loro letto sfatto. La manovra gli riesce agilmente perché delle altre grida richiamano l'attenzione di tutti.
"Sembrano provenire dalla casa vicina." dice Ren, precedendo la padrona di casa giù per le scale.
"Sarà un'epidemia di incubi? chiosa Tanit mentre si riveste e raggiunge gli altri seguita da un frastornato alchimista.

Quando la coppia raggiunge la porta, sull'uscio ci sono un paio di comari spaventatissime.

"Sulla statua all'inizio del paese c'è una terrificante V tracciata con il sangue..."
"Ho sentito piangere la mia bambina fuori dalla finestra... ma è morta l'anno scorso di scarlattina!"

Le voci delle donne si sovrappongono e le due non attendono risposta prima di insinuare: "Non vorremmo dire, ma è iniziato tutto con la morte di tuo padre. E' sempre brutto parlare male dei morti, ma tutte queste porte che sbattono senza vento, gli incubi..."

Abigail si trattiene a stento e sorregge Kendra che si sente mancare a quelle parole insensibili. Chiude la porta bloccando le comari prima che se ne escano con altre belle ipotesi e poi manda tutti a dormire rimandando tutte le discussioni al giorno successivo.

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"Mi sembra che Abigail, tra tutti, sia quella che ha più possibilità di entrare nelle simpatie dei chierici del tempio di Pharasma e farsi dare le informazioni che hanno su questo misterioso incendio e sugli internati..." suggerisce Kendra mentre serve la colazione aiutata da Ren.

"Certo non ci può andare da sola. L'accompagneremo io e Ren." Leo si fa avanti subito in modo galante.

"La ritengo un'ottima idea... io e Hayat possiamo dare un'occhiata alla statua. Magari gli spiriti che aleggiano possono entrare in contatto e dirci cosa li rende così inquieti."

 Non è che ci tengo poi così tanto, eh! pensa Hayat cercando di non farselo leggere in faccia.

"Penso che verrò con voi. Forse capirò perché la mia divinità mi ha mandato qui."

Tanit accoglie la proposta di Mariel con un grazioso cenno della testa. 

Poco più tardi si trovano tutti e tre sotto la statua del direttore della prigione a contemplare l'inquietante atto di vandalismo.La statua rappresenta un uomo corpulento vestito di pelle e il manganello, insomma, uno che doveva avere il pugno di ferro per governare un manicomio criminale. Sul basamento sono riportati i nomi delle venticinque guardie che hanno perso la vita durante l'incendio. Lì accanto si può notare una macchia di muschio raschiato via e una grossa V color rosso ruggine. Alla base Hayat nota una serie di impronte che ritornano verso il paese. I tre giovani seguono le macchie, ma ben presto scompaiono.
La strada li ha portati però nelle vicinanze delle rovine della vecchia prigione. I resti si stagliano sul cielo plumbeo in cima ad una collina con la vegetazione completamente morta.

In lontananza i corvi gridano.

Un fianco della collina è franato coinvolgendo il cimitero e il risultato è una serie di tombe rovesciate e un laghetto putrido che ha riempito a voragine.

Tanit sente il bisogno di raccogliersi in preghiera e chiedere un presagio.

Se adesso esplorassimo la prigione, troveremmo chi causa gli incubi?

La risposta è lapidaria:

Sventura.