sabato 28 novembre 2015

Cap. SEI in cui nella valle dell'Eterno Riposo si riposa ben poco

Gli avventurieri decidono di tornare a casa per cenare e raccogliere le forze e le idee visto che la situazione si sta facendo sempre più intricata, misteriosa e maledettamente pericolosa ogni momento di più.
Una volta seduti a tavola e servita la zuppa - che Ren sembra apprezzare vista la quantità di carne che Kendra gli porge con un sorrisetto timido - nessuno si stupisce quando l'elfa si materializza di nuovo nella zuppiera.
Solo la padrona di casa guarda un po' storto la stoviglia ereditata da una zia un po' eccentrica, ma non pensava fino a quel punto.
Le accoglienze sono molto diverse tra loro.
Ren, con il suo solito tono caldo come una fossa appena scavata, la apostrofa con un "sempre puntuale per cena, eh!"
Leo, d'altro canto, non può per educazione e interesse, non alzarsi sollecito ed aiutarla, di nuovo, ad uscire dall'impiccio.
Kendra, da buona padrona di casa, promette un piatto in più per l'indomani.
Tanit, porgendole un piatto perché possa aggiungersi alla cena, chiede: "Passato una bella giornata? Tutto bene a casa? Qui forse abbiamo a che fare con non morti."
Mariel, ripulendosi molto accuratamente, gira lo sguardo sull'Oracolo e risponde secca: "A casa siamo o tutti vivi o tutti morti!"
"Meglio per voi..." mormora a mezza voce Hayat mentre gli altri ritornano a mangiare dopo l'interruzione,

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"Non ci resta che andare a dare un'occhiata al cimitero... giusto per farsi un'idea di quello che sta succedendo." suggerisce Leo mentre si aggiusta la spada sulla schiena. Il gruppo è d'accordo, nonostante i mugugni di Hayat e i sospiri inorriditi dallo sporco e dall'affollamento di umani morti di Mariel. 
Kendra preferisce rimanere a casa e Abigail è chiaramente divisa tra la necessità di restare con lei e proteggerla e l'imperativo morale di investigare su questi eventi che chiaramente turbano lo scorrere naturale della vita. Il suo dissidio interiore viene risolto da Tanit che si offre di restare a casa con Kendra mentre gli altri escono ad indagare. 

Hayat è davvero sorpreso di quanto si stia dimostrando maturo e responsabile Leo di fronte al pericolo e alle difficoltà. Sta quasi per dargli una pacca incoraggiante sulla spalla mentre escono, quando viene loro incontro sulla soglia una vicina di casa annunciando che il marito ha appena visto la figlioletta morta grattare alla finestra per entrare.
La pronta risposta del ragazzo fa scendere il gelo sul gruppo e sbiancare la povera Kendra.
"Pensa se torna papino mentre siamo fuori!"

La pacca incoraggiante si trasforma in un invito non proprio cortese a darsi una mossa e togliersi in fretta dalla traiettoria dello sguardo omicida di Abigail.

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Prima di raggiungere il cimitero Abigail si rende conto che l'esibizione del druido alla "Locanda apparente" potrebbe attrarre nuovamente gli stigi e cerca di convincere il gruppo ad andare a vegliare sui concittadini di Kendra. Ci sono un po' di discussioni, ma poi la compagnia si rende conto che deve scegliere tra un freddo, umido e terrificante cimitero e un'accogliente e calda locanda. Questo fa pendere la bilancia in favore della veglia dei poveri concittadini!
Il locale che li accoglie è decisamente carino, ha quell'atmosfera calda da locanda di paese pulita e ben gestita. Sul piccolo palco si sta preparando il bardo che ha attratto una discreta folla, desiderosa, anche, di rivivere lo spettacolo imprevisto del pomeriggio. La sete di violenza della gente sorprende sempre Hayat.
Le attrattive della locanda possono essere riassunte in birra, musica e belle donne. Birra e musica già scorrono e le belle donne sono molto ben rappresentate dalla locandiera che accorre per ringraziare gli avventurieri che oggi sono stati così coraggiosi.
Leo fa la coda come il pavone e Hayat lo lascia fare, anche lui è stato un ragazzino affascinato da qualunque curva di passaggio.

Il bardo comincia a cantare e, tranne un paio di stecche fa fanno desiderare una fine dignitosa all'elfa arpista, riesce a coinvolgere tutta la sala che gli risponde durante i ritornelli delle canzoni più conosciute.
Dopo un paio di birre e due chiacchiere con gli abitanti del villaggio, la chierica si convince che la cosa più pericolosa in quella sala sono loro e quindi decide di volgere la sua attenzione e quella del gruppo al camposanto.
Anche perché ci sono ben quattro guardie cittadine che si sforzano di darsi un'aria ufficiale mentre bevono e cantano con gli altri.

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Il cimitero è esattamente come Hayat se l'era immaginato, cupo, umido, con una nebbiolina che si addensa caliginosa attorno agli alberi e ai monumenti più inquietanti. L'ifrit non ha paura, visto che vede tranquillamente al buio, è che lui è decisamente più un uomo di scienza che d'azione e ogni volta che si trova a dover menare le mani una vocina gli cinguetta in testa dicendo cose tipo "Ci sono modi più intelligenti della clava per risolvere un problema...". Hayat quella vocetta un po' la vorrebbe ascoltare... ma poi un tizio qualunque dà un'occhiata un po' troppo lunga a Tanit e ad Hayat va in bollore il cervello.

Mentre l'alchimista registra la propria disapprovazione per tutti i luoghi freddi e sinistri, l'elfa si sta ripetendo come un mantra qualcosa che suona come "Io non sono qui... la mia divinità non mi odia... io non sono qui... questo non è un luogo lurido e pieno di umani... io non sono qui..."

Nel frattempo attorno a Leo si addensa una strana nebbiolina e il gruppo può vedere di nuovo l'armatura materializzarsi attorno al ragazzo e renderlo decisamente meno gracilino e insulso.

All'ingresso del cimitero tutto il gruppo può notare delle figure barcollanti che si avvicinano.
Qualche secondo dopo emergono dalla nebbia quattro figure con i vestiti stracciati, sporchi di terra e con la carne che gli cade dalle ossa.
Ma perché capitano tutte a noi?  pensa Hayat quando si trova una mano imputridita che cerca di cavargli gli occhi a forza di graffi.

I non morti vengono tenuti a bada fino a quando spunta un bambino con un vestitino elegante da cui però sporgono ossa e vermi. A quel punto Hayat ha, per un attimo, un'esitazione... no, un bambino non lo posso picchiare.
Tentennamento che viene prontamente superato da Abigail che castiga il discolo non morto con una sciabolata sacra.
Al lamento del piccolo: "Perché mi hai fatto maaaaleee?", la chierica risponde con una luce folle negli occhi:
"Perché sei un ABOMINIO!!!"


Hayat nella mischia trova il tempo di segnarsi di non far mai imbestialire la chierica.


Nonostante le gravi ferite di Ren, che si dimostra una guardia del corpo dedita fino al sacrificio, il gruppo riesce ad abbattere tutti i non morti. Una volta a terra è difficile distinguere gli zombie dai morti non risvegliati, quindi gli avventurieri si trovano con il bel problema di dover, eventualmente, giustificare agli occhi della popolazione questo inusitato vilipendio di cadavere.
Leo ha l'idea per risolvere la situazione: il fiume è vicino... ci penserà la corrente.

Finito di dare l'estremo saluto agli estinti, sperando che rimangano morti per molto tempo, il gruppo si consulta sull'opportunità o meno di proseguire nell'esplorazione. Decisamente non si può lasciare il lavoro a metà, soprattutto se c'è la possibilità di scoprire chi c'è dietro queste apparizioni e questi risvegli.