"Non seppellirete un necromante con la nostra brava gente...
noi ve lo impediremo!"
E se tra gli avventurieri scorre un
brivido di anticipazione alla lotta, Kendra, povera fanciulla innocente, sembra
proprio non capire cosa stia succedendo.
"Cosa state dicendo? E' mio padre...
lo conoscevate tutti." Si volta accalorata verso la donna che l'aveva
accompagnata fino lì per avere il suo sostegno. "Abigail, cosa succede?
Diglielo anche tu che è mio padre che stiamo seppellendo e che lui non era un
necromante!"
Il gruppo di paesani si avvicina
minaccioso, Abigail suggerisce ai portatori di appoggiare la bara e si rivolge
al gruppetto che sbarra la strada.
"Le vostre parole non vi fanno onore.
Petrus Lorimmor è stato un dedito consigliere della città e non ha mai negato
il suo aiuto alla comunità."
I villici non sembrano per niente colpiti
e si fanno ancora avanti. Hayat sente Leo sussurrare di sfuggita alla sua
guardia del corpo: "Non uccidere nessuno, per favore."
Hayat sorride tra sé preparandosi a
qualunque cosa stia per succedere. Peccato che succeda quello che lui teme di
più: Tanit si fa avanti noncurante delle roncole impugnate, dei rastrelli
agitati, dei forconi in bella vita ed esclama con la sua solita aria innocente.
"Vi sbagliate, non può essere un
necromante! Se non lo so io..." sottolineando la sua affermazione con
l'agitarsi delle fronde per una brezza fantasma.
Questo intervento non corporeo non aiuta a
calmare gli animi che sembrano, anzi, più esagitati. Quello che sembra il capo
e il portavoce del gruppo affronta Kendra di petto e le sibila: "Brutta
strega esci da nostro cimitero!" prima di assestarle un colpo che la fa
crollare a terra priva di sensi.
Abigail reagisce immediatamente
all'aggressione e sfodera la spada con intenti decisamente bellicosi. Hayat,
agendo di puro istinto, si avvicina a Tanit per proteggerla e calmare gli
animi, sperando, nel contempo, di non dover tirare fuori le sue preparazioni
alchemiche per sedare quello che potrebbe essere solo il più grande
fraintendimento della storia di questo villaggetto.
Abigail sembra avere un modo tutto suo di
redimere le controversie a colpi di spada e il contadino ferito molla
immediatamente l'arma prima di farsi davvero male. Gli altri però non sembrano
aver appreso la lezione e un altro abitante del villaggio viene abbattuto da un
pugno ben assestato dal ragazzino che sembrava tanto gracilino, ma con quella
armatura addosso si sa far rispettare.
A questo punto, quando sembra che la
prossima mossa sarà quella di darsela di santa ragione, Hayat vede Tanit
raccogliersi un momento in preghiera e poi una voce ultraterrena sembra tuonare
dal cielo:
"Questo è un affronto ai miei luoghi,
lasciate questo luogo a me sacro e permettete le funzioni del trapasso!"
Questo getta i cittadini in un timore
reverenziale e scatena un fuggi fuggi generale. Solo un attaccabrighe, meno
impressionabile degli altri, resta saldo nella sua giusta riprovazione e
attacca Leo. A quel punto, in uno svolazzare di sottane e d’indignazione, si presenta
il sacerdote della comunità che fa allontanare i facinorosi e gli spettatori
facendo così ritornare l'ordine.
Il gruppo controlla la situazione e, se
gli altri possono aver notato le condizioni mentali del capo dei villici
indignati, Hayat ha intercettato lo sguardo di Leo che si attarda sulle grazie
di Tanit e per un momento vede solo fuoco e fiamme.
Quando si riprende sente il padre
spirituale tentare di giustificare l'attacco: "Non fate caso a questa
gente, sono ignoranti. Sono cresciuti con le leggende sui fantasmi della
prigione e qualunque cosa esca dall'ordinario li destabilizza."
Il gruppo si astiene dal commentare e, una
volta presa di nuovo la bara, si avvia verso la fossa dove si trovano i
notabili del villaggio che hanno preferito non immischiarsi e non schierarsi.
Hayat si sente ribollire per l'indignazione per la codardia e la pusillanimità
altrui, ma poi Tanit lo richiama alla solennità del momento. "In questo
momento di passaggio" esordisce l'oracolo "vorrei ricordare la bontà
del caro Petrus, la capacità di accogliere chiunque e coglierne i lati
migliori. Non dimenticherò mai quello che ha fatto per me e mio padre."
Leo prende poi la parola leggendo il
discorso preparato dal padre; decisamente è un linguaggio che i notabili
capiscono e apprezzano di più e le reazioni sono molto positive. La chierica
aggiunge il suo pensiero manifestando più emotività di quanto Hayat potesse
riconoscerle: "Oggi abbiamo perso un protettore e una guida."
La cerimonia si conclude senza altri
incidenti e, dopo le condoglianze di rito, la piccola folla si disperde
lasciando il gruppo alle prese con la questione del testamento.
Kendra guida il gruppo verso la propria
casa dove sarà aperto il testamento. Durante la passeggiata che fa loro
attraversare il borgo, Hayat e Ren, la guardia del corpo del ragazzino, si
rendono conto che le bambine che stanno saltando la corda canticchiano una
filastrocca che fa gelare il sangue nelle vene. Riescono a cogliere solo
qualche parola come tagliata
ormai la testa, spacca cranio... e
quando chiedono alle bambine di ripetere la filastrocca queste li guardano
terrorizzate e scappano via come passerotti dopo uno sparo.
Hayat archivia l'episodio nel cassetto
delle stranezze, che, da quando è arrivata quella lettera, sta riempiendosi velocemente,
e segue il gruppo fino alla casa di Kendra.
Quello che li accoglie è un tipico cottage
che si trova ovunque in quella zona, una casa a più piani, con i mattoni a
vista e l'edera rampicante a incorniciare le pareti. Tutto dà l'impressione di
dignità e accoglienza e Hayat pensa che, tranne la mancanza di un laboratorio
alchemico sul retro e delle macchie di colore un po'ambigue frutto di
esperimenti fantasiosi, potrebbe essere senza problemi la casa di Samar e
Tanit.
Una volta entrati in casa il ragazzino fa
evaporare la sua armatura che scompare in uno sbuffo aggraziato di nebbia
traslucida. Anche l'interno manifesta accoglienza, nonostante la situazione
dolente, e Kendra si dà subito da fare per dare il benvenuto ai suoi numerosi
ospiti. Nel frattempo arriva anche Vasian, il notaio del paese, che manifesta
la sua disapprovazione con un'occhiata gelida per tutti questi estranei in
faccende che dovrebbero rimanere private.
Una volta che tutti si sono sistemati la
chierica intercetta uno sguardo perplesso di Kendra che si affretta a spiegare
che, di tutto il gruppo di amici del padre, manca una persona e non sa
spiegarsi il perché.
Il notaio prende atto ma decide di
iniziare la lettura del testamento come se volesse sbrigarsi e uscire il più
velocemente possibile da quella casa.
Nel silenzio carico di attesa Hayat si
avvicina di più a Tanit perché in tutta questa storia fa fatica a non stare
sempre all'erta. Non fa in tempo ad accostarsi che un libro cade alle spalle
dell'oracolo calamitando tutti gli sguardi su di lei che si scusa con un lieve
cenno del capo. Non appena sembra tornare la calma e il notaio tira fuori il
contenitore con le ultime volontà, una porta sbatte al piano superiore. Tanit
questa volta si sorprende e assicura che non è colpa sua e tutti possono vedere
come Kendra, il notabile e il sacerdote si guardano attorno come se non fosse
la prima volta che assistono a questo tipo di fenomeni inspiegabili.
Con una scrollata di spalle ben poco
elegante, il notaio liquida l'evento e dà lettura al testamento. La sostanza è
che Petrus lascia la casa a sua figlia e assegna una somma a ognuno dei suoi
amici, o a coloro che li rappresentano, con il vincolo di prestare assistenza
per un mese a Kendra e consegnare i libri presi in prestito ai rispettivi
proprietari.
Una volta accettata l'eredità e confermato
il supporto alla ragazza, il gruppo viene benedetto frettolosamente dal
sacerdote e il notaio se ne va in fretta borbottando riguardo un altro impegno
improrogabile.
A quel punto Tanit offre il suo aiuto per
qualsiasi bisogno possa avere la povera Kendra.
"Penso seriamente alla possibilità di
vendere questa casa e trovarmi un posticino più tranquillo... la mia famiglia
non ha più grande seguito in questo paese." sospira la ragazza.
"Credo che se è tuo destino lasciare
questa casa i segni appariranno..." concorda Tanit e poi, rivolgendosi
alla chierica, si presenta: "Non abbiamo avuto occasione di presentarci
prima. Io sono Tanit e sono un Oracolo. Visto il tuo medaglione posso
ipotizzare una tua appartenenza a Serenrae?"
"Io sono Abigail e, come ben hai
notato, sono una chierica di Serenrae. Credo che tuo padre frequentasse il
mio... sei la figlia di Samar, vero?"
Tanit asserisce con un elegante cenno del
capo a cui Abigail risponde con un minuscolo sorriso. Forse non è
così terribile, pensa Hayat
in un moto di generosità nei confronti della chierica.
Ren, nel frattempo, si è avvicinato a
Kendra e, con l'aplomb di un gentiluomo di altri tempi, le chiede.
"Signorina, dov'è la sua servitù? E'
sola in questa casa?"
Domande che provocano una discreta
costernazione e imbarazzo nella ragazza che deve ammettere a malincuore di
occuparsi da sola della casa.
Hayat pensa che quel tipaccio doveva avere
un'idea particolare degli
approcci galanti.
Kendra, per sfuggire all'imbarazzo, scorta
il gruppo nella camera da letto di suo padre in cui sono racchiusi tutti i suoi
libri e i suoi studi. Le candele si spengono ogni volta che Tanit ci passa
davanti e l'oracolo si scusa a nome dei suoi spiriti. Fa comunque un certo
effetto spettrale questo vacillare e spegnersi di lumi via via che il gruppo
avanza nella casa.
Una volta arrivati nella stanza, Kendra
trae da sotto il letto un baule con una serie di tomi dall'aria antica e
sapiente e un libro meno consumato con la più classica delle indicazioni:
LEGGIMI ORA.
E', senza alcun dubbio, il diario di
Petrus. Forse la lettura dei suoi appunti potrebbe fare luce in qualche modo
sulla sua morte.
Mentre Leo e Ren sfogliano il diario,
Hayat dà un'occhiata agli altri libri. Sono trattati di varia natura e ogni
libro è etichettato con il nome del professore a cui appartiene. Quindi
restituire al proprietario il dovuto non sarà impossibile.
Kendra liscia con accuratezza le pieghe
del letto di suo padre prendendosi un momento solo per sé e Hayat, che non
prova tutto questo affetto per i propri genitori, sente una piccola punta di
commozione guardandola rendersi conto di essere completamente sola.
Prima però che possa farsi avanti per
offrire il suo supporto, Kendra raddrizza le spalle, prende fiato e racconta
gli ultimi giorni di suo padre.
"Petrus, mio padre, negli ultimi
tempi era estremamente preoccupato. Aveva persino cominciato a nascondere il
suo diario. Passava tutte le notti fuori a fare misurazioni e studi. Finché una
mattina non tornato a casa e l'hanno trovato con la testa fracassata accanto ad
un muro del manicomio bruciato." fa un piccolo sospiro dolente e poi
continua. "Non so quanto ne sappiate della brutta storia della prigione.
Una cinquantina di anni fa il manicomio criminale andò a fuoco e il direttore
si immolò perché i pazzi criminali non scappassero. Morì lui assieme alla
moglie ad alcune guardie. Da allora si racconta di presenze misteriose attorno
alle rovine."