martedì 15 dicembre 2015

Cap. SETTE in cui una cripta porta consiglio

Nel momento stesso in cui il gruppo si avventura nel cimitero, l'elfa scompare.
Hayat e Abigail contemporamente invocano le proprie divinità... in maniera più o meno devota.

Il gruppo, decurtato di risorse e membri, tentenna un po' prima di prendere coraggio e inoltrarsi nelle Terre del Crepuscolo. Il morale non è lieto e la nebbiolina tra le tombe e il silenzio irreale certo non aiuta a mantenere alto il coraggio. Solo la determinazione furiosa di Abigail sembra spronare avanti la compagnia.
Ad un certo punto si imbattono in un gruppo di tombe in cui è chiaro un certo andirivieni degli occupanti... molto probabilmente i non morti appena sconfitti provengono da qui.
La chierica si sofferma un momento a pregare per le anime disturbate e poi afferma: "Qui non è all'opera un necromante... i non morti non sono controllati, vogliono solo tornare a casa loro."
Ad Hayat sembra di sentire il sospiro partecipe di Tanit.

Dopo questa pausa contemplativa gli avventurieri si spingono più avanti fino ad arrivare ad un'area del cimitero che ospita tombe più sontuose. Proprio davanti a loro si para una delle cripte più riccamente decorate, quella per cui si erano avventurati di notte, al buio, nella nebbia e tra i non morti. Tra le decorazioni spiccavano delle gargolle ghignanti che ricordano a tutti la fine di Petrus. Un brivido percorre la schiena di Hayat, ma la determinazione di Abigail continua a spronarli avanti.

La porta è chiusa da un chiavistello, ma è abbastanza chiaro che è stato manomesso e poi rimesso a posto. Ren armeggia qualche minuto e poi apre la porta per noi. Dà un'occhiata nel buio e poi Hayat lo vede voltare lo sguardo su Leo con un'aria decisamente preoccupata.

Quando Hayat varca la porta della cripta l'odore di chiuso e l'umidità lo colpisce come uno schiaffo. Non è il buio a spaventarlo, ci vede senza problemi, è proprio l'aria di tempo sospeso, di attesa eterna che lo fa rabbrividire.

La polvere aleggia su tutto e le ombre nelle nicchie vuote aumentano la sensazione di essere osservati. Il ninja fa notare al gruppo una serie di impronte che scendono la scalinata e poi ritornano... non possono altro che essere le orme di Petrus sceso a cercare quello che ha lasciato scritto nel diario.

Quando scendono il buio e l'umidità è opprimente. Tra le ombre si può vedere un sarcofago nero riccamente decorato su un piccolo rialzo. Mentre gli altri danno un'occhiata, Hayat sente un vago strisciare. Quando Abigail fa luce un millepiedi enorme cade dal soffitto e cerca di attaccare la chierica, ma la manca. Hayat reagisce d'istinto e lo colpisce mentre gli altri si rendono conto di essere sotto attacco. Abigail scivola e colpisce Hayat, facendoli persino dei danni.
"Questa poi me la paghi, chierica!" urla l'alchimista al culmine della concitazione.

Leo evoca un'aquila che si avventa con artigli e becco sul millepiedi che Ren finisce, purtroppo il fiero uccello viene ucciso da un altro millepiedi che a sua volta fa una brutta fine sotto la sciabola della chierica.

Hayat, mentre il gruppo si cura le ferite, fa notare che il sarcofago è stato aperto e richiuso, quindi qualcuno è stato lì e ha fato qualcosa alla sepoltura. Chissà cosa li aspetterà lì dentro...
Abigail sposta la pietra con un gesto deciso e scopre un vero tesoro: frecce d'argento, ampolle di acqua benedetta, pozioni di cura e degli strani sifoni ricoperti da rune inquietanti e con un vapore biancastro che si agita dentro. Leo le riconosce come sifoni da infestazione e un brivido di anticipazione percorre il gruppo.
In fondo alla cassa c'è persino un astuccio con uno scarabeo che Hayat ha già visto su uno dei libri che devono essere restituiti.

"E' un sacco di roba! Possiamo davvero prenderla?" esclama Hayat contemplando tutto quel ben di Pharasma.
"Sono armi contro i non morti... noi siamo qui per combattere i non morti. Credo che questa roba sia qui per noi," risponde deciso Leo e Abigail conferma con un cenno della testa.

-@-

Dopo aver raccolto tutto quello che potevano dalla cripta, gli avventurieri tornano a casa mentre si alza un'alba livida.
Quando li vede arrivare sporchi e pesti, Tanit non resiste un minuto di più e corre fuori da Hayat.
"Siete tornati! Dov'è l'elfa? Sembri più vecchio, caro?"
L'alchimista è travolto dalle domande e risponde mentre entrano in casa.
"L'elfa è scomparsa subito dopo il combattimento contro dei non morti... no, amore, non sembro più vecchio. Sono solo tremendamente stanco."
Leo fa un sorrisetto sarcastico e poi tira fuori dallo zaino una tavoletta spiritica che Hayat non aveva notato.
"L'abbiamo trovata assieme alle armi e alle ampolle di acqua benedetta. Forse tu sai come usarla."
Tanit la prende con molta reverenza.
"Cosa volete chiedere agli spiriti?" sussurra d'un tratto attenta e presente.
Il gruppo si consulta un po' e poi la domanda viene così formulata: Chi ha scritto la V sul monumento con il sangue?

Si prende qualche momento per raccogliere le forze e poi pone le mani sulla tavoletta ripetendo la richiesta. All'improvviso la temperatura sembra calare e il silenzio si riempie di strani scricchiolii e gemiti. I capelli di Tanit si rizzano sulla testa e ondeggiano come se l'oracolo fosse preda di una furia invisibile. Tutti gli oggetti sul tavolo cadono a terra e Tanit geme sofferente.
Lentissimamente si forma la parola GIBS sulla tavoletta. Quando si compone l'ultima lettera la donna spalanca gli occhi bianchi e poi sviene tra le braccia di Hayat che la stringe a sé terrorizzato.

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