domenica 24 gennaio 2016

Cap. OTTO in cui la prigione dà il suo benvenuto

Tutti gli avventurieri sono esausti e quindi si ritirano a dormire per riprendersi. Solo Kendra e Tanit sono abbastanza riposate da poter andare al mercato a fare un po' di provviste per il pranzo... e magari ascoltare qualche chiacchiera su Gibs.

Tanit, nonostante i suoi capelli rosso fuoco, la pelle nera e gli occhi completamente bianchi, è in grado, grazie al fatto di essere una Ghermita, di sparire tra le ombre molto velocemente. Quindi, mentre Kendra è presa dalla contrattazione al banco della carne, lei, passando da una penombra all'altra ascolta le conversazioni che si fanno nei diversi capannelli.

"La lavandaia stamattina ha trovato una mano bruciacchiata al fiume!"
"Io l'ho sempre detto, gli stranieri hanno sempre portato sventura qui al paese... non tornavano i morti quando era vivo quella buon'anima di mio padre!"
"Ma non era proprio lui che ieri sera bussava forte alle vostre finestre?"

Più in là un nome fa aguzzare le orecchie della ragazza-ombra.
"E' tutta colpa di quel Lorimmor... è iniziato tutto dal funerale di quel necromante."
"Ha fatto bene Gibs a cercare di impedire che fosse seppellito assieme agli onesti cittadini. Se fosse stato per me, sarebbe finito in qualche fossa dimenticata da Pharasma..."

Tanit sorride all'idea che Pharasma dimentichi qualcuno o qualcosa. Raggiunge velocemente Kendra apparendole accanto dal nulla e facendola sussultare.
"Conosci i tizi che ci hanno sbarrato la strada durante il funerale di tuo padre?"
"Sono un gruppo di scansafatiche capitanate da quel bellimbusto di Gibs. Sono soliti fare il giro delle locande per ubriacarsi... al Demone Ghignante sicuramente ne sapranno di più, visto che a Zokar toccava buttarli fuori una sera sì e una anche."

L'oracolo guida l'altra donna fino alla locanda per interrogare il proprietario.
"Diciamo che non è una compagnia raccomandabile," dice Zokar in risposta alle domande di Tanit, "è uno a cui piace fare il prepotente. Gli vanno poco a genio le donne indipendenti, infatti l'ho sentito con le mie orecchie fare commenti poco lusinghieri sulla chierica che accogli in casa, Kendra. Certo non si fa sentire da lei, visto che ha proprio l'aria di una che lo saprebbe rimettere al suo posto..."
Kendra è completamente d'accordo con Zokar. Abigail è una cara amica che l'è stata molto vicina al momento del bisogno, ma nemmeno lei vorrebbe vederla arrabbiata.

Quando le due donne escono lo sguardo degli avventori viene prima calamitato dalle grazie di Tanit e poi dal misterioso cadere a terra di tutti i boccali nella stanza.
"Succedono un sacco di cose strane da quando quelli sono arrivati in città, eh." chiosa un vecchietto curvo sulla sua birra che non sembra aver subito alcun scossone.

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Il ritorno di Kendra e Tanit è festeggiato da Ren perché finalmente si vede un po' di carne in questa casa. Il resto del gruppo si fa attorno alle due che raccontano quello che hanno sentito al mercato. Abigail, quando viene menzionata la mano nel fiume, guarda con una certa disapprovazione Leo, visto che sbarazzarsi dei cadaveri con così poco rispetto era stata un'idea sua.
Hayat non fa caso alle chiacchiere ma si preoccupa solo di stringere a sé il suo oracolo preferito per non farla allontanare mai più.
"Allora, cosa volete chiedere alla tavoletta?" mugugna l'alchimista attraverso i capelli di Tanit.
"Cosa la usiamo a fare se gli spiriti possono mentire..." risponde secca Abigail mentre aiuta Kendra a sbucciare le patate per pranzo.
Questa domanda gela per un attimo il gruppo, ma poi Tanit risolve con la sua solita leggerezza svagata: "Gli spiriti sono come gli uomini, sono tutti dei bugiardi, ma sotto sotto hanno sempre qualcosa di buono da darti."

Hayat finge di non vedere Abigail rivolgere gli occhi al soffitto, Kendra arrossire fino alla punta dei capelli, Leo annuire con troppa foga e Ren sbranarsi come una volpe rabbiosa la coscia del volatile preso per pranzo.

Dopo pranzo Tanit si prende qualche minuto di raccoglimento per poter interrogare al meglio gli spiriti. Hayat è molto preoccupato, perché è stata un'esperienza terribile e non può aiutarla in nessun modo.
Il silenzio cala sulla stanza e la tensione blocca il respiro a tutti. Nessuno osa muoversi, solo Leo fa un passo avanti e si mette dietro la ragazza mormorando un incantesimo in grado di darle aiuto in quel frangente. Anche se non ha nessuna intenzione di dirglielo, Hayat apprezza che Leo si stia concentrando per dare supporto a Tanit.
Sulla stanza cala un silenzio attento,  mentre Tanit sembra essere totalmente assorta nell'ascolto di voci che può sentire solo lei. Quando sembra essersi concentrata abbastanza pronuncia a voce alta la domanda che il gruppo ha pensato di rivolgere agli spiriti.

"A chi è interessata la Via Sussurrante?"


La stanza si fa più gelida mentre Tanit traccia sulla tavoletta una lettera alla volta.

HAWKRAN

E' la risposta, prima di svenire tra le braccia di Hayat.

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Mentre l'oracolo riprende le forze, Kendra riconosce immediatamente il nome: "Ma è il nome del direttore della prigione!"
Tanit le chiede con un filo di voce: "Nasconde qualcosa?"
Kendra replica sorpresa: "Ma no! Ha la fama dell'eroe, è morto nell'incendio della prigione sacrificandosi per non far fuggire i prigionieri più pericolosi!"
"Dobbiamo andare ad indagare." conclude Abigail con tono deciso.


Una volta terminati i preparativi il gruppo si dirige verso la prigione. La giornata si presenta molto poco invitante e la nebbia sembra insinuarsi con le sue dita gelide per congelare i cuori degli avventurieri. Il tratto di strada che percorrono è vuoto e silenzioso come una cripta abbandonata e solo il gracchiare delle cornacchie sui rami scheletrici accompagna la loro marcia.
Su un piccolo rialzo si stagliano le spoglie bruciate di un imponente edificio a pianta quadrata. L'aura che emana è di cupa desolazione e morte e su tutto ristagna un vago odore di bruciato e putredine. Il silenzio incombe e persino gli spiriti che accompagnano Tanit sembrano essere intimiditi e restano quieti senza manifestarsi.
Una breve ma impervia salita conduce la compagnia ad un cancello chiuso  da cui si intravede la struttura principale. La sensazione si fa sempre più malevola e il muro che delimita la proprietà cosparso di edera marcescente sottolinea con forza la volontà di tenere fuori qualsiasi cosa che sia ancora viva. L'aria puzza di necromanzia e Hayat, in cuor suo, si chiede ancora e ancora e ancora cosa ci facciamo qui?

 Quando Ren appoggia la mano sul cancello per aprirlo, tutti lo possono vedere scostarla di scatto e stringersi le braccia attorno al corpo gettando un grido di orrore. E' però solo un attimo, solo l'impressione di un momento, come se il ricordo delle sofferenze patite dentro la prigione si fossero risvegliate per dare il loro macabro benvenuto. Infatti il ninja si riprende subito e varca con decisione il cancello, anche se tutti possono vedere come la mano esiti un secondo di troppo prima di appoggiarsi di nuovo sul gelido metallo.
"C'è molto dolore e pazzia qui dentro." sussurra Tanit con un moto di compassione.

Dopo Ren tutto il gruppo entra senza nessun problema. Davanti a loro si allunga un sentiero con al centro un albero completamente nero e spoglio, morto da chissà quanti anni che sembra volerli ghermire con i suoi lunghi rami rinsecchiti. L'albero sembra attrarre inesorabilmente Leo che si attarda ad osservarlo. Sembra avere qualcosa sulla punta della lingua, qualcosa di importante da dire, che potrebbe cambiare per sempre la sorte della missione. Hayat si accosta al ragazzo in attesa e fa un cenno al resto del gruppo in modo che Leo abbia l'attenzione di tutti. Quando finalmente si decide a parlare ogni componente della spedizione si sporge inconsapevolmente in avanti.
"Devo dirvi una cosa importante..." la tensione sale e Hayat prende una mano di Tanit tra le sue, "quello è un noce ed è molto raro che vengano colpiti dai fulmini. Se si scatena una tempesta, sappiamo dove rifugiarci."
Con un brontolio molto poco lusinghiero il gruppo si allontana dal ragazzo per avvicinarsi alla prigione senza ulteriori commenti.

Proseguendo per il sentiero si incontra sulla sinistra un edificio più piccolo che probabilmente era l'alloggio del direttore e di sua moglie. L'edera ricopre tutta la facciata e la porta è scardinata. La sensazione è quella di una tragedia consumata nel passato che però risuona di echi sinistri anche nel presente.

Il gruppo si trova di fronte alla costruzione principale, il carcere vero e proprio. La struttura è imponente e sinistra. La porta è chiusa e sormontata da un balconcino parzialmente crollato. Sul tetto si sporgono malevole delle gargolle e a nessuno sfugge quella in pezzi alla base della prigione.
Hayat coglie di sfuggita il contrarsi ancor più deciso della mascella di Abigail.

Tutto l'edificio è ricoperto da edera che ha proprio l'aria di essere velenosa e malvagia. Alla base però si può notare che è stata strappata e sui mattoni si notano dei simboli.
"E' un rituale necromantico... quello è sangue." Leo informa il gruppo trattenendo a stento il disgusto.
"C'è il nome di Hawkran, il direttore." nota Abigail, "riconosco incantesimi di Abiurazione e Necromanzia. Se lo sono portato via."

A quel punto il rumore di calcinacci che si schiantano a terra scuote gli animi già tesi di tutti.

5 commenti:

  1. Ma "l'incontro" tra Abigail e il tizio, è avvenuto fuori scena o non c'è ancora stato??? è stato molto divertente...

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    1. Abigail vs buzzurri del paese è il tema portante del prossimo post!

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  2. Vogliamo il post Abigail vs buzzurri!

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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